Come sarebbero la nostra vita e il nostro pianeta senza il pulito?
Quando ci svegliamo al mattino e andiamo in bagno per sciacquarci il viso non ci pensiamo, ma stiamo utilizzando acqua pulita, un’azione che in passato non era così scontata se consideriamo la situazione sanitaria di un secolo fa. Un gesto semplice come bere un bicchiere d’acqua dal rubinetto poteva essere molto pericoloso per i nostri antenati, e questo perché l’acqua non era pulita. Oggi, invece, nel mondo occidentale diamo per scontato questo aspetto e probabilmente molti di noi non si sono mai chiesti come abbiamo fatto a diventare così puliti.
Ce lo spiega in modo semplice ed efficace il giornalista e scrittore Steven Johnson nel suo libro “How We Got to Now”, dove elenca le sei grandi invenzioni epocali che hanno cambiato il mondo moderno e il nostro modo di vivere. Il libro è diventato poi una serie TV di successo composta da sei puntate divise per argomento: Freddo, Tempo, Luce, Vetro, Suono e Pulizia.
Nella puntata dedicata alla Pulizia, Johnson ripercorre le tappe principali della storia del pulito, ognuna delle quali arriva da scoperte o conquiste nate da persone ordinarie che hanno fatto cose straordinarie, e che spesso sono rimaste quasi del tutto sconosciuti. In questo viaggio vengono citati personaggi come Ellis Chesbrough, l’ingegnere che ha sollevato Chicago su dei martinetti per costruire il primo sistema di fognature d’America; o come John Leal, il medico con un’ossessione per i batteri che ha segretamente aggiunto una sostanza chimicha potenzialmente letale al sistema idrico di un’intera città nel tentativo di rendere l’acqua potabile. Questa sostanza altro non era che il cloro, successivamente utilizzato anche da cinque imprenditori di San Francisco per creare una speciale candeggina industriale. Le vendite di questo prodotto non andavano bene fino a quando Annie Murray, moglie di uno degli investitori, non ebbe la brillante idea di creare una versione meno concentrata per uso domestico: la candeggina Clorox.
Probabilmente la Murray non se ne rese conto, ma lanciando sul mercato la prima candeggina commerciale americana per uso domestico ha inventato un settore completamente nuovo che ha portato alla creazione di altri prodotti simili che ci hanno permesso di vivere in ambienti estremamente puliti. Ed è proprio grazie a questa “reazione a catena di idee” che esistono luoghi “ultrapuliti” come le camere bianche, dove vengono prodotti i microchip che hanno permesso la rivoluzione digitale facendo funzionare i nostri microonde, gli smartphone, le auto, gli aerei…
Cosa ci ha fatto diventare così puliti?
Questo viaggio con Steven Johnson ci permette di comprendere che alla base di questa evoluzione c’è l’acqua pulita e che, passo dopo passo, le tecnologie del pulito hanno rivoluzionato il nostro mondo e continueranno a farlo. Anche se, purtroppo, si tratta di una rivoluzione che non ha toccato tutto il pianeta poiché nelle zone più povere ogni anno milioni di persone muoiono inutilmente a causa del mancato accesso all’acqua potabile pulita e sicura.
Da qui è nata la riflessione di Comac rispetto all’elemento che ci ha permesso di diventare così puliti: l’acqua. Infatti, l’acqua è la sostanza più diffusa sulla terra e ricopre il 71% della superficie terrestre, ma il 97,5% di essa è salata. Del restante 2,5% di acqua dolce, solo l’1% è utilizzabile per le attività umane, mentre la parte restante si presenta soprattutto sotto forma di ghiaccio e neve.
La quantità di acqua dolce a disposizione degli abitanti del pianeta sta diminuendo e le cause sono diverse. Le principali vengono identificate nell’inquinamento che deriva dall’impiego di pesticidi, fertilizzanti e dai rifiuti umani e industriali, l’utilizzo smisurato e non consapevole in agricoltura e l’aumento della popolazione, un fattore in grado di peggiorare l’impatto dei precedenti, ma che ha a sua volta un ruolo nell’aumento dei consumi.
In 50 anni la popolazione mondiale è raddoppiata. Questa rapida crescita, accompagnata da sviluppo economico e industrializzazione, ha trasformato gli ecosistemi acquatici in tutto il mondo. Inoltre, la cattiva gestione delle acque di scarto contaminate con sostanze chimiche o da altre scorie, sta inquinando le riserve idriche mondiali che pur essendo rinnovabili non sono sempre costanti.
Questi dati ci fanno riflettere e ci permettono di capire che la tutela e la gestione delle acque assume un ruolo sempre più rilevante nella società moderna. Per questo motivo i Paesi, gli stati e le amministrazioni vedono l’acqua come una risorsa sempre più preziosa e ne regolamentano l’uso attraverso normative specifiche e molto severe.
Ma cosa c’entra tutto questo con il mondo della pulizia?
L’acqua viene impiegata in grandi quantità anche durante le operazioni di pulizia più semplici. Vediamo scorrere sotto i nostri occhi litri e litri di acqua senza renderci conto che seppur rinnovabile, l’acqua dolce è una risorsa limitata e vulnerabile che può diventare scarsamente disponibile.
Da sempre Comac è sensibile a questo tema e per questo progetta macchine per la pulizia altamente competitive e con ridotto impatto ambientale. Oggi, più che mai, grazie all’introduzione di tecnologie sempre più innovative, le macchine Comac sono in grado di ottimizzare l’impiego delle risorse eliminando gli sprechi di acqua, energia, detergente.
Pensiamo, per esempio, alle lavasciuga pavimenti dotate di Comac Dosing System: il sistema che permette di dosare separatamente l’acqua e il detergente. Questo permette di adattare immediatamente la quantità di soluzione allo sporco specifico da trattare, eliminando gli eccessi presenti nelle lavasciuga tradizionali. Oppure il sistema Stop&Go che in caso di soste momentanee della macchina, interrompe l’erogazione della soluzione e arresta le spazzole in modo da ottimizzare i consumi e ridurre gli sprechi.
Oltre a queste tecnologie, Comac continua a perfezionare il sistema di riciclo dell’acqua Non-stop Cleaning System, per rendere la pulizia dei pavimenti ancora più sostenibile. La lavasciuga Comac C85 dotata del sistema NSC è stata progettata per pulire riducendo il consumo d’acqua. Il concetto è semplice in quanto il sistema permette il riutilizzo dell’acqua che passa attraverso tre fasi: nella prima, l’acqua viene utilizzata normalmente e raccolta mediante l’aspirazione; nella seconda fase, l’acqua viene filtrata e purificata, completando così la fase di riciclaggio dell’acqua. Nella terza fase, l’acqua è quindi nuovamente disponibile all’uso. L’obiettivo del sistema NSC è quello di ridurre drasticamente l’impiego di acqua delle lavasciuga pavimenti, infatti, con una stima di utilizzo di 3 ore al giorno, C85 NSC può lavorare fino a una settimana con la stessa acqua. Questo si traduce non solo in un elevato vantaggio economico, ma soprattutto riduce al minimo l’impatto ambientale delle operazioni di pulizia dei pavimenti senza intaccarne il risultato.
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